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Sclerosi Laterale Amiotrofica e supporto nutrizionale

Procrastinare l’evento ineluttabile del supporto della nutrizione artificiale per migliorare la qualità della vita…combattere senza arrendersi a fianco del paziente…

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vitamina D, metabolismo osseo e non solo

vitamina D, metabolismo osseo e non solo

Con il termine di vitamina D ci si riferisce sia all’ergocalciferolo (vitamina D2) che al colecalciferolo (vitamina D3). Da queste si sviluppa nell’organismo la forma metabolicamente attiva dell’organismo che è la 1,25 diidrossi vitamina D o calcitriolo.

Nella popolazione i livelli di vitamina D sono frequentemente al di sotto del valore di normalità (30ng/ml).

La vitamina D è un micronutriente con caratteristiche particolari e la copertura dei fabbisogni metabolici può essere indipendente dalla dieta perché, di fatto, la quota dipendente dagli alimenti è molto inferiore rispetto alla quota ottenuta con la biosintesi cutanea in presenza dei raggi UVB della luce solare. (1) Il complesso ruolo metabolico della vitamina D è tale da farla considerare almeno in parte come un ormone. La prima funzione è quella di regolazione del metabolismo del calcio e fosforo per la mineralizzazione delle ossa ma ha anche un ruolo importante sulla corretta contrattilità muscolare influendo sul livello complessivo di efficienza fisica. (2) Tuttavia la presenza di recettori per la Vitamina D nelle cellule di differenti tessuti ha aumentato l’interesse su questa molecola. Questi recettori sono presenti in cellule e tessuti quali i macrofagi ed endotelio e in organi quali la mammella, il colon, il pancreas, ecc. (3) Questa vitamina ha un ruolo importante anche se indiretto nel metabolismo dei carboidrati e dei lipidi come si può evidenziate dalla correlazione del suo deficit con il diabete di tipo 2, la sindrome metabolica, la secrezione insulinica e l’insulino resistenza, la sindrome dell’ovaio policistico e l’obesità. È inoltre correlata con l’aumento delle malattie cardiovascolari e mortalità.(4)

Alla luce di queste considerazioni, appare fondamentale valutare i livelli di vitamina D. In caso si evidenziasse una carenza è importante correggerla curando l’alimentazione e lo stile di vita, con l’aiuto di uno specialista. La corretta alimentazione, associata ad attività fisica preferibilmente all’aria aperta, spesso sono sufficienti a correggere la carenza.

Qualora non bastasse, lo specialista può integrare con una supplementazione ad hoc, in dosi e modalità che variano da paziente a paziente in relazione alla valutazione clinica.

Bibbliografia

  1. Kevin D. Cashman: The role of vitamers and dietary-based metabolites of vitamin D in prevention of vitamin D deficiency.Food & Nutrition Research 2012, 54: 5383
  2. Boyè et All: Vitamin D and physical performance in older man and women visiting the emergency department because of fall: data from the improving medication prescribing to reduce risck of falls( IMPROveFALL)study.J.Am.Geriatric Soc. 61: 1948-1951.2013
  3. Daniel D. Bikle: Extraskeletal action of vitamin D.Ann.NY Acad Sci 2016 jul 1376(1)29-52
  4. S.J. Wimalawansa, Associations of vitamin D with insulin resistance, obesity, type 2 diabetes, and , J. Steroid Biochem. Mol. Biol. (2016)
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apertura nuovo ambulatorio a Roma

CENTRO CLINICO
Viale Trastevere 108 scala B Int.8
tel: 3296052991

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Nuovi recapiti telefonici a Ostia, via Isole Capoverde 11

Il recapito telefonico dello studio di Ostia è cambiato.
Quelli attuali sono:

06-97279908
06-56347178

La giornata di ricevimento è sempre il Martedì pomeriggio dalle 15:00 alle 19:00

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Cassazione: occhio a non medici nei centri per dimagrire

Attività quali il controllo sulle intolleranze alimentari, la verifica dei bisogni nutritivi e della corretta assunzione di alimenti sono “tipiche del medico chirurgo specializzato in scienze dell’alimentazione”, ed esercitarle senza titolo costituisce esercizio abusivo della professione medica. La Cassazione ha per questo confermato la condanna inflitta dalla Corte d’Appello di Roma a una coppia di Frosinone che gestiva un centro “Dimagrire Mangiando”.

Attività quali il controllo sulle intolleranze alimentari, la verifica dei bisogni nutritivi e della corretta assunzione di alimenti sono “tipiche del medico chirurgo specializzato in scienze dell’alimentazione”, ed esercitarle senza titolo costituisce esercizio abusivo della professione medica. La Cassazione ha per questo confermato la condanna inflitta dalla Corte d’Appello di Roma a una coppia di Frosinone che gestiva un centro “Dimagrire Mangiando”.

Lui commercialista “naturopata”, lei psicologa, nel loro centro – come accertato nei giudizi di merito – sottoponevano i clienti a vari controlli, richiedevano esami del sangue, che poi interpretavano loro stessi. E sulla base dell’anamnesi predisponevano controlli alimentari. Nell’archivio tenevano schede per ciascun cliente con annotate quantità e qualità degli alimenti assunti. La Corte d’Appello di Roma li aveva per questo condannati nel dicembre del 2011 per esercizio abusivo della professione (art. 348 del codice penale). I titolari si sono difesi sostenendo che le attività svolte nel loro centro non fossero “atti tipici della professione di medico dietista”, limitandosi a dare ai propri clienti “consigli sullo stile di vita e di natura alimentare” senza prescrivere o eseguire esami diagnostici. Inoltre nel centro non esibivano titolo e insegne equivoche.
La sesta sezione penale della Cassazione ha invece sottolineato come lo svolgimento in modo continuativo di queste “complesse attività” sia “riservato all’esperto in scienze dell’alimentazione”, e ha perciò confermato la condanna.

http://www.doctor33.it/cassazione-occhio-a-non-medici-nei-centri-per-dimagrire/politica-e-sanita/news-45385.html

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Dieta e menopausa

Le abitudini alimentari potrebbero costituire un fattore di rischio per i sintomi vasomotori della menopausa (VMSs), vale a dire, vampate di calore e sudorazioni notturne.

Questo è quanto è stato evidenziato da uno studio prospettico di coorte su 6.040 donne in menopausa fisiologica spontanea che sono state seguite per più di 9 anni con intervalli di oltre 3 anni. Si procedeva valutando i consumi alimentari al basale nel 2001, e la presenza di VMSs al basale e nel follow-up.

 

Sono stati identificati 6 pattern alimentari: consumi verdure cotte, di frutta, modello mediterraneo, consumi di carne e prodotti trasformati derivati dalla carne, consumi di prodotti lattiero-caseari, e alto contenuto di grassi e zuccheri.

 

In stanza si è potuto evidenziare che il modello alimentare con maggior consumo di frutta o quello di stile mediterraneo erano inversamente associati alla comparsa dei sintomi vasomotori della menopausa. Il modello a elevato contenuto di grassi e di zuccheri, invece, era associato a un aumento del rischio di VMSs. Dunque, aumentare l’apporto di frutta e verdura nella dieta di una donna in menopausa, potrebbe essere una soluzione vincente.

Fonte:

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23553160

Am J Clin Nutr. 2013 Apr 3. [Epub ahead of print]
Fruit, Mediterranean-style, and high-fat and -sugar diets are associated with the risk of night sweats and hot flushes in midlife: results from a prospective cohort study.

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La pagina facebook

Da qualche giorno abbiamo anche una pagina facebook.
PagFB

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AUMENTO DI PESO IN GRAVIDANZA

 

L’aumento auspicabile di peso delle gestanti e il loro bisogno aggiuntivo di energia sono diversi in funzione dell’Indice di Massa Corporea (IMC) pre-gravidanza.

È possibile dare le seguenti indicazioni di massima:

– per chi inizia la gravidanza sottopeso (IMC inferiore a 18,5) le necessità in energia sono maggiori e l’aumento di peso auspicabile è fra i 12,5 e i 18 kg.

– per chi inizia la gravidanza in situazione di normopeso (IMC fra 18,5 e 25), l’aumento di peso auspicabile è fra gli 11,4 e i 16 kg. Una ipotesi di giusta progressione è quella che prevede un aumento di 3,5 kg dopo le prime 20 settimane e, in seguito, di circa 0,5 kg a settimana.

– per chi inizia la gravidanza in situazioni di sovrappeso (IMC superiore a 25), è auspicabile contenere l’aumento di peso fra i 7 e gli 11,5 kg.

– per chi è obesa all’inizio della gravidanza (IMC superiore a 30), il guadagno di peso raccomandato è intorno ai 7 kg

Bibliografia:

  • “LINEE GUIDA PER UNA SANA ALIMENTAZIONE ITALIAN” : INRAN, Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione
  • “LINEE GUIDA GRAVIDANZA FISIOLOGICA” Ministero della Salute
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Mamme: bisogni nutrizionali in gravidanza

Ci sono alcuni periodi della vita in cui aumenta il rischio di carenze nutrizionali e di conseguenza cambiano le indicazioni alimentari. Non si tratta di malattie, ma di veri e propri stati fisiologici, legati all’età o a condizioni transitorie ed è importante conoscere le necessità specifiche di ogni periodo.
In GRAVIDANZA l’alimentazione non deve cambiare molto.

L’alimentazione della gestante non si discosta molto da quella dei periodi normali, anche se deve coprire non solo i bisogni nutritivi della madre ma anche quelli del nascituro e garantire il regolare decorso della gravidanza. Ciò porta comunemente a dire che la gestante debba “mangiare per due”, affermazione certamente esagerata.

È però vero che se la dieta della donna non copre i bisogni del feto, l’accrescimento di quest’ultimo intaccherà le riserve materne di nutrienti, il che, oltre ad aumentare il rischio di malattie per la madre, può influenzare negativamente lo sviluppo del bambino.

La richiesta supplementare di energia per la gestazione è relativamente contenuta, varia a seconda del periodo (in media è intorno alle 300 kcal giornaliere dal secondo trimestre) ed è tale da non comportare cambiamenti rilevanti nelle normali abitudini alimentari della gestante: è importante tenerne conto, per evitare che si verifichino rischiosi aumenti di peso oltre i limiti desiderabili.

L’alimentazione della gestante sana richiederà qualche attenzione in più sotto il profilo della qualità, in relazione soprattutto alle proteine, al tipo di grassi e ad alcune vitamine e minerali.  All’aumentata domanda in proteine, tipica della condizione, la gestante può far fronte ricorrendo al pesce, alle carni magre, alle uova, al latte, ai formaggi e ai latticini, ma anche al pane, alla pasta, al riso e agli altri cereali i quali, se non troppo raffinati, contribuiscono anche a prevenire la stipsi, disturbo frequente durante la gravidanza. I legumi secchi apportano proteine, ferro e calcio, ma possono favorire in alcuni casi la comparsa di meteorismo e di coliche addominali, condizioni che in gravidanza è particolarmente raccomandabile evitare. Tra le vitamine e i minerali, la gravidanza comporta necessità decisamente superiori per quanto riguarda il calcio (nel 3° trimestre circa 200-250 mg passano ogni giorno nello scheletro del feto: se non è l’alimentazione materna a fornirli, saranno le ossa della madre a privarsene, decalcificandosi), il ferro (bisogni quasi raddoppiati rispetto alla donna adulta: spesso è necessario ricorrere a supplementazioni), i folati (bisogni raddoppiati, opportunità di supplementazioni) e anche altre vitamine quali la B1, la B2, la B12. Occorre quindi arricchire la dieta base con latte e latticini e consumare un’ampia varietà di frutta e ortaggi, privilegiando le verdure a foglie larghe di colore verde scuro.  Per quanto riguarda l’acqua, la gestante, oltre ai propri bisogni, deve coprire anche quelli gestazionali e fetali (sangue materno, liquido amniotico e annessi, sangue e tessuti fetali) per una richiesta totale a termine di circa 8 litri: è quindi opportuno che la normale razione di 1 litro e mezzo-2 litri sia leggermente aumentata.  Tra i grassi da condimento anche per la gestante il migliore in assoluto è l’olio extravergine di oliva.

Come comportarsi:

• In gravidanza evita aumenti eccessivi di peso e fai attenzione a coprire i tuoi aumentati fabbisogni in proteine, calcio, ferro, folati e acqua.

• In particolare, durante tutta l’età fertile abbi cura che la tua assunzione di folati copra i tuoi bisogni. In questo modo ridurrai il rischio di alterazioni del tubo neurale (spina bifida) nel feto.

In gravidanza è consigliata un’alimentazione variata

Gli alimenti da includere sono:

•              abbondanti quantità di frutta e verdura

•              farinacei come pane, pasta, riso, patate

•              proteine derivate da pesce, carne, legumi

•              abbondanza di fibre derivate da pane integrale, frutta e verdura

•              prodotti caseari come latte, formaggi, yoghurt.

Bisogna tenere conto che alcuni tipi di alimenti possono rappresentare un rischio per madre e feto:

•        formaggi a pasta molle derivati da latte crudo e muffe, come Camembert, Brie e formaggi con venature blu

•              pâté, inclusi quelli di verdure

•              fegato e prodotti derivati

•              cibi pronti crudi o semicrudi

•              carne cruda o conservata, come prosciutto e salame

•              frutti di mare crudi, come cozze e ostriche

•             pesce che può contenere un’alta concentrazione di metil-mercurio, come tonno (il consumo deve essere limitato a non più di due scatolette di media grandezza o una bistecca di tonno a settimana), pesce spada, squalo

•              latte crudo non pastorizzato.

In gravidanza il consumo di caffeina (presente nel caffè, nel tè, nella cola e nel cioccolato) dovrebbe essere limitato a non più di 300 mg/die.

  • In gravidanza è consigliabile astenersi dal consumare bevande alcoliche di qualsiasi genere

Bibliografia:

  • “LINEE GUIDA PER UNA SANA ALIMENTAZIONE ITALIAN” : INRAN, Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione
  • “LINEE GUIDA GRAVIDANZA FISIOLOGICA” Ministero della Salute
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